Disclaimer
per i più distratti precisiamo che il sito ha finalità puramente satirica. Mai e in nessun modo verranno fatte recensioni autentiche. Ogni libro recensito è frutto di fantasia e ogni riferimento a fatti, libri o persone realmente esistenti è puramente casuale.
mercoledì 16 luglio 2014
domenica 13 luglio 2014
LACCI TUA...
Autrice: Manola Ferrani
Titolo: Lacci tua...
Pag. 414
Editore: ahhh sììì oh ancora edizioni
Titolo: Lacci tua...
Pag. 414
Editore: ahhh sììì oh ancora edizioni
Molte autrici credono di saper scrivere romanzi erotici solo perché nel segreto della propria intimità covano un sacco di fantasie inconfessabili.
Ebbene è ora di chiarire al di là di ogni possibile dubbio che "fantasie porche" ne abbiamo in molti, scrittori siamo in pochi. Molto pochi.
Purtroppo l'inopinato e immeritato successo di svariate porcherie editoriali ha in qualche modo invogliato alla scrittura moltissime casalinghe (e non) frustrate da un ménage familiare insoddisfacente e da mariti evidentemente non all'altezza dei compiti a loro richiesti (stirare, lavare i piatti, fare i letti).
"Lacci tua" è uno di questi romanzi. Un perfetto condensato di stereotipi, cliché e amplessi cianotici che si susseguono sostanzialmente senza un perché, sguazzando in quella che vorrebbe essere la torbida e seducente personalità di un protagonista che ha lo stesso fascino dell'orso Yoghi... e anche la stessa peluria incolta.
Il racconto inizia con qualche blanda considerazione sulle condizioni climatiche ed ambientali, un po’ per far vedere che si inizia in modo soft e non si è degli assatanati, un po’ per dar modo all’autore di sbizzarrirsi nella descrizioni di soli caldi, cieli tersi e brezze frizzanti.
La protagonista, vittima di una consolidata e soffocante routine giornaliera, si trova, per un fattore imprevisto, ad uscire dagli schemi collaudati: la sua decappottabile è dal meccanico e lei deve prendere i mezzi pubblici.
Salita sull’affollato autobus, la nostra eroina non può fare a meno di notare il sexy coprotagonista del racconto. Lui è la quintessenza dell'uomo maschio. Bello, ma dai lineamenti irregolari, elegante ma in modo quasi involontario, spalle larghe, sguardo che cela un mondo intero (ovviamente torbido, ma tanto tanto affascinante). E' chiaramente di ceto sociale alto, trasuda ricchezza non ostentata perché lui non ha bisogno di ostentare nulla. Quando sorride le donne svengono.
Inizialmente è perso nei propri pensieri, la descrizione del suo abbigliamento è più accurata di quella della Credenza che Dickens pone a casa del reverendo Crisparkle, ma stringi stringi ciò che conta è che molto probabilmente quel paio di pantaloni cela le chiappe più sode che mezzo di trasporto pubblico abbia mai ospitato.
A questo punto inizia un estenuante gioco di sguardi ed ammiccamenti che si protrae per pagine e pagine con divagazioni e approfondimenti sulla natura umana, su cosa sia quella forza misteriosa che spinge due sconosciuti a cercarsi, a inseguirsi e a concedersi l’un l’altro a dispetto di qualsiasi logica, le divagazioni comprendono testi di canzoni, la ricetta delle cotolette e un metodo infallibile per vincere al lotto, tutto per distrarre momentaneamente il lettore dal "cuore pulsante" della storia, vale a dire la torrida scopata che già aleggia nell'aria permeata da ogni tipo di ferormone conosciuto.
Al termine di questa fase di studio, lui comincia ad avvicinarsi incurante della calca, la raggiunge e cerca un contatto, in modo che lei possa accorgersi del virile turgore che preme impaziente contro il tessuto dei suoi pantaloni in cerca di libertà e appagamento [ cit.]. Lei, dal canto suo, sarebbe portata istintivamente a ritrarsi, ma poiché nel suo profondo fondo è una femmina emancipata che non teme di prendere il piacere quando le capita a tiro e di vivere l’eros in modo libero e disinvolto, dopo una brevissima esitazione, comincia ad assecondare i movimenti dell’uomo dando il via ad una specie di variante della lambada resa ancor più difficile dal movimento dell’autobus e dalla calca drammaticamente ignara che lì, a pochi passi, si stia verificando cotanta inebriante danza erotica. L’uomo, si sa, potrebbe già capitolare esplodendo il proprio immenso e inaspettato piacere dopo pochi strusciamenti facendo così una colossale figura di cacca, ma poiché non è uno sprovveduto e sa il fatto suo, si sottrae alla danza con un bieco sorriso malizioso. Lei, privata del tronchetto, vacilla, improvvisamente incerta come un naufrago che sia stato privato della zattera… lo guarda senza capire e lui, sempre sorridendo, le dice di scendere alla prossima fermata.
Lei, ovviamente, non se lo fa ripetere due volte. Lui le fa cenno di seguirlo… e lei lo segue, fino ad un bar. I due si siedono. L’uomo è di poche parole, ma ogni frase buttata lì apparentemente a casaccio rivela una personalità sfaccettata e seducente, enigmatica e mistica, leggermente porcella ma anche suadentemente romantica, una e trina, bonaria e malandrina… un po’ Bogart, un po’ Rourke, un po’ Clooney un po’ Pitt… lui, sostanzialmente, non esiste in nessuna delle galassie conosciute, è l’archetipo del principe azzurro con le dotazioni di John Holmes, ed è per questo che nessuna donna può resistergli.
Dopo un po' la conversazione raggiunge punte epiche e surreali che non riportiamo per non privare l'eventuale malaugurato acquirente di questo libro (che nel caso non si fosse ancora capito è una boiata pazzesca) del piacere di bestemmiare in diretta, durante la lettura, ma, sostanzialmente, ciò che conta è che il mago della seduzione e della metafora sta cucinando a puntino la sua preda.
Terminata questa estenuante fase di corteggiamento che occupa qualcosa come 32 capitoli, la fanciulla acconsente a seguire il nostro protagonista nella sua fumosa e fascinosa alcova, situata in un sottoscala fatiscente, che fa tanto New Orleans.
Qui, il mago del punto G la fa spogliare sapientemente mentre lui guarda e parla a vanvera, ed infine estrae un assortimento di lacci di seta.
A questo punto, l'imponderabile colpo di scena: donna esita. Per la prima volta è come se realizzasse di aver seguito un perfetto sconosciuto in una zona altrettanto sconosciuta della città, di avergli consegnato le proprie mutandine, e di essere sola, inerme in compagnia di uno che vuole legarla come un salame. Ma poiché la voglia di salame è nettamente preponderante rispetto al rischio di fare la figura del salame, ancora una volta ella soffoca ogni pensiero razionale e segue il flusso delle torbide emozioni che la stanno travolgendo. Lui a questo punto comincia a dissertare sui legami, e su come si possa essere prigionieri senza catene e liberi solo quando si è legati. Di fronte a tale inoppugnabile sfoggio di eloquenza e di logica, la donna capitola. L’uomo la "incapretta" strusciando e stringendo sapientemente, infine libera l’araldo del piacere che sfida orgogliosamente la forza di gravità protendendosi fiero e pulsante [cit], e inizia la tiritera del te lo do, non te lo do… te lo faccio solo annusare, ecco ora entra… ops non ancora, fino a che lei non implora quasi tra le lacrime che l’araldo compia il suo compito, e l’araldo, finalmente fa ciò per cui è stato progettato, donando e prendendo un piacere immenso, come solo pochi hanno avuto la fortuna di provare nella propria vita.
La storia, in soldoni è tutta lì. Lui la tromba e lei raggiunge le vette del piacere facendosi fare e facendo di tutto per 300 e passa pagine. Poi si rende conto di aver toccato il fondo quando lui le chiede di preparargli due uova in padella. Umiliata da quella richiesta che la fa sentire alla stregua di una cameriera, gli tira un vaso canopo in testa (lui fa l'archeologo) e se ne torna dal marito che, nel frattempo, ha tentato il suicidio guardando "la vita in diretta".
Conclusione:
Trama: scontata
Personaggi: scontati
Dinamiche sessuali: scontate
Prezzo: pieno (l'unica cosa che avrebbe dovuto essere scontata non lo è)
GIUDIZIO @@@@
Inizialmente è perso nei propri pensieri, la descrizione del suo abbigliamento è più accurata di quella della Credenza che Dickens pone a casa del reverendo Crisparkle, ma stringi stringi ciò che conta è che molto probabilmente quel paio di pantaloni cela le chiappe più sode che mezzo di trasporto pubblico abbia mai ospitato.
A questo punto inizia un estenuante gioco di sguardi ed ammiccamenti che si protrae per pagine e pagine con divagazioni e approfondimenti sulla natura umana, su cosa sia quella forza misteriosa che spinge due sconosciuti a cercarsi, a inseguirsi e a concedersi l’un l’altro a dispetto di qualsiasi logica, le divagazioni comprendono testi di canzoni, la ricetta delle cotolette e un metodo infallibile per vincere al lotto, tutto per distrarre momentaneamente il lettore dal "cuore pulsante" della storia, vale a dire la torrida scopata che già aleggia nell'aria permeata da ogni tipo di ferormone conosciuto.
Dopo un po' la conversazione raggiunge punte epiche e surreali che non riportiamo per non privare l'eventuale malaugurato acquirente di questo libro (che nel caso non si fosse ancora capito è una boiata pazzesca) del piacere di bestemmiare in diretta, durante la lettura, ma, sostanzialmente, ciò che conta è che il mago della seduzione e della metafora sta cucinando a puntino la sua preda.
Terminata questa estenuante fase di corteggiamento che occupa qualcosa come 32 capitoli, la fanciulla acconsente a seguire il nostro protagonista nella sua fumosa e fascinosa alcova, situata in un sottoscala fatiscente, che fa tanto New Orleans. Qui, il mago del punto G la fa spogliare sapientemente mentre lui guarda e parla a vanvera, ed infine estrae un assortimento di lacci di seta.
A questo punto, l'imponderabile colpo di scena: donna esita. Per la prima volta è come se realizzasse di aver seguito un perfetto sconosciuto in una zona altrettanto sconosciuta della città, di avergli consegnato le proprie mutandine, e di essere sola, inerme in compagnia di uno che vuole legarla come un salame. Ma poiché la voglia di salame è nettamente preponderante rispetto al rischio di fare la figura del salame, ancora una volta ella soffoca ogni pensiero razionale e segue il flusso delle torbide emozioni che la stanno travolgendo. Lui a questo punto comincia a dissertare sui legami, e su come si possa essere prigionieri senza catene e liberi solo quando si è legati. Di fronte a tale inoppugnabile sfoggio di eloquenza e di logica, la donna capitola. L’uomo la "incapretta" strusciando e stringendo sapientemente, infine libera l’araldo del piacere che sfida orgogliosamente la forza di gravità protendendosi fiero e pulsante [cit], e inizia la tiritera del te lo do, non te lo do… te lo faccio solo annusare, ecco ora entra… ops non ancora, fino a che lei non implora quasi tra le lacrime che l’araldo compia il suo compito, e l’araldo, finalmente fa ciò per cui è stato progettato, donando e prendendo un piacere immenso, come solo pochi hanno avuto la fortuna di provare nella propria vita.
La storia, in soldoni è tutta lì. Lui la tromba e lei raggiunge le vette del piacere facendosi fare e facendo di tutto per 300 e passa pagine. Poi si rende conto di aver toccato il fondo quando lui le chiede di preparargli due uova in padella. Umiliata da quella richiesta che la fa sentire alla stregua di una cameriera, gli tira un vaso canopo in testa (lui fa l'archeologo) e se ne torna dal marito che, nel frattempo, ha tentato il suicidio guardando "la vita in diretta".
Trama: scontata
Personaggi: scontati
Dinamiche sessuali: scontate
Prezzo: pieno (l'unica cosa che avrebbe dovuto essere scontata non lo è)
GIUDIZIO @@@@
giovedì 3 luglio 2014
Intervista al gestore del blog letterario RECENSIONI VERE GRATIS
D: E quindi ci può spiegare qual è
il successo del vostro blog letterario?
R: Mah… direi il fatto che recensiamo
tutti gratuitamente, e che questo ci permette di garantire una certa
onestà intellettuale. Chi ci manda i suoi romanzi sa che sono in
buone mani e che da noi può aspettarsi solo una cosa: la verità…
D: Quindi non prendete soldi per le
vostre recensioni?
R: Assolutamente no. Sarebbe oltremodo
scorretto e anzi, vorrei approfittare di questo spazio per aggiungere
una cosa: gli scrittori esordienti, con le loro aspirazioni, il loro
entusiasmo a volte anche un po’ ingenuo, non vanno considerati come
un pollo da spennare. Sono persone che hanno un sogno, un sogno
ambizioso e bellissimo e se noi possiamo aiutarli nel loro cammino,
con le nostre recensioni, questo è solo un privilegio. Per questo
trovo davvero molto triste che in tanti, invece, vogliano solo
lucrare su di loro. Noi siamo diversi!
D: Queste sono parole molto belle
R: Grazie.
D: E questa vostra “onestà”
intellettuale, vi ha mai messo in difficoltà?
R: Non direi. Chi si rivolge a noi sa
bene qual è il nostro modo di fare. Accetta il gioco e il rischio di
una recensione anche non positiva…
D: E capita spesso?
R: Beh ecco… qualche volta.
D: Quanti libri avete ricevuto fino
ad ora?
R: Non so nel dettaglio ma dovremmo
essere di poco al di sotto i ventimila romanzi…
D: Ah però… niente male. Eppure
le recensioni pubblicate sul sito sono molte di meno, se non sbaglio…
R: Sì… forse, cioè…
D: Come mai?
R: Vede. Quando la recensione è
proprio brutta… noi preferiamo contattare l’autore del libro per
informarlo. Sa… va bene essere onesti però non vogliamo neanche
rovinare una carriera sul nascere…
D: Quindi se l’autore del romanzo
ve lo chiede, voi non pubblicate la recensione?
R: Esatto.
D: Beh questo è molto carino da
parte vostra.
R: Come le ho detto, noi
vogliamo essere degli alleati per gli esordienti… vogliamo spianare
loro la strada ben sapendo che hanno intrapreso un cammino difficile
e irto di ostacoli.
D: Non vendete neanche spazi
pubblicitari sul vostro sito… e non offrite servizi letterari…
R: No. Come le ho detto non ci piace
sfruttare i sogni degli altri per fare soldi…
D: Eppure siete il blog letterario
che ha fatturato di più quest’anno…
R: Già, beh… abbiamo anche noi delle
entrate perché… va bene lavorare gratis, ma questo lavoro deve
concretizzarsi in una recensione. Le recensioni fanno volume, danno
corpo e vita al sito, capisce? Ma se a lavoro ultimato la recensione
non viene pubblicata abbiamo fatto un lavoro inutile. E quindi si sa…
quando la macchina è in corsa non è che la puoi fermare come se
niente fosse. Cioè… la cosa ha inevitabilmente un costo…
D: Non capisco… le recensioni non
sono gratuite?
R: Le recensioni sì.
D: E la cancellazione della
recensione?
R: Quella costa 150 euro.
D: Cioè se avete scritto una
recensione pessima e l’autore vi chiede di non pubblicarla…
R: Sono 150 euro.
D: Ma…
R: La macchina in corsa… capisce?
D: sì sì… capisco benissimo.
Grazie mille.
R: prego e ricordatevi, la parola
chiave del nostro blog è ONESTA’
Dopo il tramonto, ma non troppo tardi perché poi vado a letto
Autrice: Kathrina Dewill LaValle
Titolo: Dopo il tramonto, ma non troppo
tardi perché poi vado a letto
215 pagine
Edizione Tramorti d'Autore
Da quanto tempo aspettavamo un bel romanzo
sui vampiri?
Ah non lo aspettavamo?
Ah ne abbiamo le palle piene dei
vampiri?
Soprattutto se sono belli, forti,
pallidi e irresistibili?
Perché già twilight era una mezza
cacata, e a copiare da una mezza cacata si sa…
Ma qui ci sono anche i lupi mannari...
Ah anche lì c’erano?
Ah ci sono anche in True Blood?
Ok concludendo…
C'è una cosa che si chiama saturazione
del mercato e un'altra che si chiama saturazione delle palle. Questo
romanzo scritto da tal Concetta Sarnacchione (che però si firma
Katherina Dewill La Valle nell'irrazionale speranza che il cambio di
nome in qualche modo le dia quei venti centimetri di statura che le
mancano, annullando la ricrescita e tonificando un seno inconsistente
quasi quanto la trama del suo libro) raggiunge entrambi gli
obiettivi.
Il prossimo che mi manda un romanzo su
un vampiro lo do in pasto a uno stormo da battaglia di zanzare tigre…
Almeno questo è breve…
Ma non compratelo lo stesso.
GIUDIZIO @@@@
L’oleandro sotto il letto
L’oleandro sotto il
letto
di Marcotullio
Lovenbrandi
1357 pagine
Edizione
Mistampoilcazzochevoglio
prezzo: 2,99
Formati
epub, pdf, rib. Mit, fit
L’opera prima di questo
giovane autore italocampano si pone decisamente alla nostra
attenzione come l’esordio più disastroso nella storia della
letteratura mondiale.
Al di là del contenuto a
dir poco velleitario: l’oleandro sotto il letto non è che una
“arguta”(?) metafora dell’impotenza maschile, tematica che però
viene trattata in modo contorto e cerebrale, l’autore dimostra fin
dalle prime righe di possedere una conoscenza alquanto vaga della
grammatica e della sintassi, giungendo, in alcuni dei passaggi più
ostici del suo romanzo, a trasmettere la sensazione che le parole
siano messe lì un po’ a caso, più per riempire la pagina che per
trasmettere un qualsivoglia concetto che, a una disamina più
approfondita, il suo cervello non sembra in grado non solo di
esporre, ma anche di formulare.
Se a questo guazzabuglio
informe, si aggiunge anche la prolissità, appare evidente che il
Lovenbrandi non merita altro una spietata stroncatura e, aggiungo,
chiunque abbia commesso l’errore di comprare questo libro di merda,
potrebbe a ragion veduta sentirsi in diritto di aspettare l’autore
sotto casa e minacciarlo di violenza pretendendo la restituzione dei
2 euro e 99 centesimi buttati nel cesso.
Ormai, con
l’autopubblicazione, si sa, qualsiasi coglione si sente in diritto
di scrivere libri intasando un mercato che già fa fatica.
Noi abbiamo sempre
manifestato la massima apertura nei confronti dei romanzi
autopubblicati, offrendo questo servizio di recensione gratis e a
chiunque, perché pensiamo che come diceva il buon chef Gusteau
leggermente parafrasato per l’occasione “chiunque può scrivere
un libro”. Ma non è detto che quel libro poi debba essere letto
per forza.
E poiché crediamo
sinceramente che lì, in mezzo al putridume di pseudo autori che
potrebbero a ragione essere paragonati ad apatiche forme di vita
unicellulari, si possa celare il famoso diamante grezzo. Ci sentiamo
in dovere di essere sempre sinceri a tutti costi, in rispetto a
quell’onestà intellettuale che da sempre ci contraddistingue,
anche a costo di risultare in taluni casi leggermente brutali.
D’altro canto, mio caro
Marcotullio, se non volevi affrontare questa triste e cruda realtà,
avresti fatto meglio a non scrivere 1357 pagine di cazzate.
Tuttavia, poiché quando
in un libro c’è anche del buono, noi siamo qui ad ammetterlo, va
riconosciuto all’autore di aver optato per la sola versione
digitale, risparmiando così innumerevole alberi che non avrebbero
meritato il triste destino di fungere da supporto a questo romanzo.
Classifica del libro
Stile: non scherziamo.
Grammatica: assente.
Personaggi: inutili.
Giudizio finale @@@@
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