Disclaimer

per i più distratti precisiamo che il sito ha finalità puramente satirica. Mai e in nessun modo verranno fatte recensioni autentiche. Ogni libro recensito è frutto di fantasia e ogni riferimento a fatti, libri o persone realmente esistenti è puramente casuale.

domenica 13 luglio 2014

LACCI TUA...

Autrice: Manola Ferrani
Titolo: Lacci tua...
Pag. 414
Editore: ahhh sììì oh ancora edizioni


Molte autrici credono di saper scrivere romanzi erotici solo perché nel segreto della propria intimità covano un sacco di fantasie inconfessabili.
Ebbene è ora di chiarire al di là di ogni possibile dubbio che "fantasie porche" ne abbiamo in molti, scrittori siamo in pochi. Molto pochi.
Purtroppo l'inopinato e immeritato successo di svariate porcherie editoriali ha in qualche modo invogliato alla scrittura moltissime casalinghe (e non) frustrate da un ménage familiare insoddisfacente e da mariti evidentemente non all'altezza dei compiti a loro richiesti (stirare, lavare i piatti, fare i letti).
"Lacci tua" è uno di questi romanzi. Un perfetto condensato di stereotipi, cliché e amplessi cianotici che si susseguono sostanzialmente senza un perché, sguazzando in quella che vorrebbe essere la torbida e seducente personalità di un protagonista che ha lo stesso fascino dell'orso Yoghi... e anche la stessa peluria incolta.

Il racconto inizia con qualche blanda considerazione sulle condizioni climatiche ed ambientali, un po’ per far vedere che si inizia in modo soft e non si è degli assatanati, un po’ per dar modo all’autore di sbizzarrirsi nella descrizioni di soli caldi, cieli tersi e brezze frizzanti.
 

La protagonista, vittima di una consolidata e soffocante routine giornaliera, si trova, per un fattore imprevisto, ad uscire dagli schemi collaudati: la sua decappottabile è dal meccanico e lei deve prendere i mezzi pubblici.

Salita sull’affollato autobus, la nostra eroina non può fare a meno di notare il sexy coprotagonista del racconto. Lui è la quintessenza dell'uomo maschio. Bello, ma dai lineamenti irregolari, elegante ma in modo quasi involontario, spalle larghe, sguardo che cela un mondo intero (ovviamente torbido, ma tanto tanto affascinante). E' chiaramente di ceto sociale alto, trasuda ricchezza non ostentata perché lui non ha bisogno di ostentare nulla. Quando sorride le donne svengono. 
Inizialmente è perso nei propri pensieri, la descrizione del suo abbigliamento è più accurata di quella della  Credenza che Dickens pone a casa del reverendo Crisparkle, ma stringi stringi ciò che conta è che molto probabilmente quel paio di pantaloni cela le chiappe più sode che mezzo di trasporto pubblico abbia mai ospitato.
A questo punto inizia un estenuante gioco di sguardi ed ammiccamenti che si protrae per pagine e pagine con divagazioni e approfondimenti sulla natura umana, su cosa sia quella forza misteriosa che spinge due sconosciuti a cercarsi, a inseguirsi e a concedersi l’un l’altro a dispetto di qualsiasi logica, le divagazioni comprendono testi di canzoni, la ricetta delle cotolette e un metodo infallibile per vincere al lotto, tutto per distrarre momentaneamente il lettore dal "cuore pulsante" della storia, vale a dire la torrida scopata  che già aleggia nell'aria permeata da ogni tipo di ferormone conosciuto.

Al termine di questa fase di studio, lui comincia ad avvicinarsi incurante della calca, la raggiunge e cerca un contatto, in modo che lei possa accorgersi del virile turgore che preme impaziente contro il tessuto dei suoi pantaloni in cerca di libertà e appagamento [ cit.]. Lei, dal canto suo, sarebbe portata istintivamente a ritrarsi, ma poiché nel suo profondo fondo è una femmina emancipata che non teme di prendere il piacere quando le capita a tiro e di vivere l’eros in modo libero e disinvolto, dopo una brevissima esitazione, comincia ad assecondare i movimenti dell’uomo dando il via ad una specie di variante della lambada resa ancor più difficile dal movimento dell’autobus e dalla calca drammaticamente ignara che lì, a pochi passi, si stia verificando cotanta inebriante danza erotica. L’uomo, si sa, potrebbe già capitolare esplodendo il proprio immenso e inaspettato piacere dopo pochi strusciamenti facendo così una colossale figura di cacca, ma poiché non è uno sprovveduto e sa il fatto suo, si sottrae alla danza con un bieco sorriso malizioso. Lei, privata del tronchetto, vacilla, improvvisamente incerta come un naufrago che sia stato privato della zattera… lo guarda senza capire e lui, sempre sorridendo, le dice di scendere alla prossima fermata.

Lei, ovviamente, non se lo fa ripetere due volte. Lui le fa cenno di seguirlo… e lei lo segue, fino ad un bar. I due si siedono. L’uomo è di poche parole, ma ogni frase buttata lì apparentemente a casaccio rivela una personalità sfaccettata e seducente, enigmatica e mistica, leggermente porcella ma anche suadentemente romantica, una e trina, bonaria e malandrina… un po’ Bogart, un po’ Rourke, un po’ Clooney un po’ Pitt… lui, sostanzialmente, non esiste in nessuna delle galassie conosciute, è l’archetipo del principe azzurro con le dotazioni di John Holmes, ed è per questo che nessuna donna può resistergli.

Dopo un po' la conversazione raggiunge punte epiche e surreali che non riportiamo per non privare l'eventuale malaugurato acquirente di questo libro (che nel caso non si fosse ancora capito è una boiata pazzesca) del piacere di bestemmiare in diretta, durante la lettura, ma, sostanzialmente, ciò che conta è che il mago della seduzione e della metafora sta cucinando a puntino la sua preda. 
Terminata questa estenuante fase di corteggiamento che occupa qualcosa come 32 capitoli, la fanciulla acconsente a seguire il nostro protagonista nella sua fumosa e fascinosa alcova, situata in un sottoscala fatiscente, che fa tanto New Orleans. 
Qui, il mago del punto G la fa spogliare sapientemente mentre lui guarda e parla a vanvera, ed infine estrae un assortimento di lacci di seta.
A questo punto, l'imponderabile colpo di scena: donna esita. Per la prima volta è come se realizzasse di aver seguito un perfetto sconosciuto in una zona altrettanto sconosciuta della città, di avergli consegnato le proprie mutandine, e di essere sola, inerme in compagnia di uno che vuole legarla come un salame. Ma poiché la voglia di salame è nettamente preponderante rispetto al rischio di fare la figura del salame, ancora una volta ella soffoca ogni pensiero razionale e segue il flusso delle torbide emozioni che la stanno travolgendo. Lui a questo punto comincia a dissertare sui legami, e su come si possa essere prigionieri senza catene e liberi solo quando si è legati. Di fronte a tale inoppugnabile sfoggio di eloquenza e di logica, la donna capitola. L’uomo la "incapretta" strusciando e stringendo sapientemente, infine libera l’araldo del piacere che sfida orgogliosamente la forza di gravità protendendosi fiero e pulsante [cit], e inizia la tiritera del te lo do, non te lo do… te lo faccio solo annusare, ecco ora entra… ops non ancora, fino a che lei non implora quasi tra le lacrime che l’araldo compia il suo compito, e l’araldo, finalmente fa ciò per cui è stato progettato, donando e prendendo un piacere immenso, come solo pochi hanno avuto la fortuna di provare nella propria vita.

La storia, in soldoni è tutta lì. Lui la tromba e lei raggiunge le vette del piacere facendosi fare e facendo di tutto per 300 e passa pagine. Poi si rende conto di aver toccato il fondo quando lui le chiede di preparargli due uova in padella. Umiliata da quella richiesta che la fa sentire alla stregua di una cameriera, gli tira un vaso canopo in testa (lui fa l'archeologo) e se ne torna dal marito che, nel frattempo, ha tentato il suicidio guardando "la vita in diretta".

Conclusione:
Trama: scontata
Personaggi: scontati
Dinamiche sessuali: scontate
Prezzo: pieno (l'unica cosa che avrebbe dovuto essere scontata non lo è) 

GIUDIZIO @@@@

Nessun commento:

Posta un commento