L’oleandro sotto il
letto
di Marcotullio
Lovenbrandi
1357 pagine
Edizione
Mistampoilcazzochevoglio
prezzo: 2,99
Formati
epub, pdf, rib. Mit, fit
L’opera prima di questo
giovane autore italocampano si pone decisamente alla nostra
attenzione come l’esordio più disastroso nella storia della
letteratura mondiale.
Al di là del contenuto a
dir poco velleitario: l’oleandro sotto il letto non è che una
“arguta”(?) metafora dell’impotenza maschile, tematica che però
viene trattata in modo contorto e cerebrale, l’autore dimostra fin
dalle prime righe di possedere una conoscenza alquanto vaga della
grammatica e della sintassi, giungendo, in alcuni dei passaggi più
ostici del suo romanzo, a trasmettere la sensazione che le parole
siano messe lì un po’ a caso, più per riempire la pagina che per
trasmettere un qualsivoglia concetto che, a una disamina più
approfondita, il suo cervello non sembra in grado non solo di
esporre, ma anche di formulare.
Se a questo guazzabuglio
informe, si aggiunge anche la prolissità, appare evidente che il
Lovenbrandi non merita altro una spietata stroncatura e, aggiungo,
chiunque abbia commesso l’errore di comprare questo libro di merda,
potrebbe a ragion veduta sentirsi in diritto di aspettare l’autore
sotto casa e minacciarlo di violenza pretendendo la restituzione dei
2 euro e 99 centesimi buttati nel cesso.
Ormai, con
l’autopubblicazione, si sa, qualsiasi coglione si sente in diritto
di scrivere libri intasando un mercato che già fa fatica.
Noi abbiamo sempre
manifestato la massima apertura nei confronti dei romanzi
autopubblicati, offrendo questo servizio di recensione gratis e a
chiunque, perché pensiamo che come diceva il buon chef Gusteau
leggermente parafrasato per l’occasione “chiunque può scrivere
un libro”. Ma non è detto che quel libro poi debba essere letto
per forza.
E poiché crediamo
sinceramente che lì, in mezzo al putridume di pseudo autori che
potrebbero a ragione essere paragonati ad apatiche forme di vita
unicellulari, si possa celare il famoso diamante grezzo. Ci sentiamo
in dovere di essere sempre sinceri a tutti costi, in rispetto a
quell’onestà intellettuale che da sempre ci contraddistingue,
anche a costo di risultare in taluni casi leggermente brutali.
D’altro canto, mio caro
Marcotullio, se non volevi affrontare questa triste e cruda realtà,
avresti fatto meglio a non scrivere 1357 pagine di cazzate.
Tuttavia, poiché quando
in un libro c’è anche del buono, noi siamo qui ad ammetterlo, va
riconosciuto all’autore di aver optato per la sola versione
digitale, risparmiando così innumerevole alberi che non avrebbero
meritato il triste destino di fungere da supporto a questo romanzo.
Classifica del libro
Stile: non scherziamo.
Grammatica: assente.
Personaggi: inutili.
Giudizio finale @@@@
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